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A Pinzolo (TN) all’interno della settimana del benessere

Per rigenerare corpo, mente e spirito si sa che la natura è il personal trainer migliore: il colore verde e l’aria aperta stimolano creatività, concentrazione, rilassamento e ossigenazione. Non solo, informa una nota, il tempo che trascorriamo immersi nella natura, diventa un fattore determinante nel promuovere il nostro benessere psicofisico, con allungamento dell’aspettativa di vita in salute, potenziamento del sistema immunitario, azione antidepressiva e antinfiammatoria, memoria e qualità del sonno. Natura e benessere saranno così il comune denominatore che animerà le giornate del “Dolomiti Wellness Festival”, che tornerà anche quest’anno a Pinzolo, nell’ambito turistico di Madonna di Campiglio (TN), dal 5 al 7 luglio 2024.

Già da domenica 30 giugno partirà una settimana dedicata al benessere, in cui rigenerarsi in un contesto naturalmente terapeutico, tra le Dolomiti di Brenta, Patrimonio dell’Umanità Unesco e del Gruppo dell’Adamello, in una valle – la Val Rendena – ricca di acque e boschi, sperimentando un nuovo modo di vivere la vacanza, un turismo che valorizza la sinergia tra natura e benessere. Esperti di salute, movimento, respiro e wellbeing si alterneranno per guidare il partecipante verso uno stile di vita sano, focalizzandosi sul benessere psico-fisico. Il Festival è l’occasione per ricaricarsi di energia positiva, formarsi e informarsi, liberare la mente e anche fare nuove amicizie con persone dello stesso spirito. E rendersi protagonista del proprio cambiamento, scegliendo tra una vasta gamma di attività all’aperto: dal fitness allo yoga, dal trekking al relax, dalle esperienze in quota alle conferenze illuminanti e molto altro ancora.

Come emerge da uno studio condotto da ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo – in collaborazione con Human Company e l’Istituto Piepoli, la tendenza delle vacanze 2024 è proprio caratterizzata della ricerca di contatto con la natura. E il trend più gettonato è quello della vacanza all’aria aperta, in particolare per la fascia di età compresa tra i 35 e i 54 anni, grandi amanti della libertà. Sono vacanze di piena immersione nella natura: una vacanza ideale per chi ama il movimento, uno stile di vita attivo e sano, anche per chi vuole semplicemente rilassarsi e godere dei benefit salutari che la natura regala. Aumenta inoltre l’interesse per la montagna. La tipologia di turismo legato all’aria aperta è diventata una scelta forte e consapevole da parte degli italiani: l’outdoor è diventato il nuovo lusso, preferito da un italiano su cinque, che permette di vivere il proprio tempo “into the wild” in piena libertà.

Lunedì 1° luglio alle 21.15 in piazza Carera a Pinzolo al via l’inaugurazione e la presentazione della settimana del benessere e del “Dolomiti Wellness Festival”, promossi da Treventur – Trentino Eventi Turismo, in collaborazione con l’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio, con il patrocinio di autorevoli associazioni medico-scientifiche, quali SIM – Società Italiana di Medicina – Unione Associazioni Sanitarie, A.I.Me.F – Associazione Italiana di Medicina Forestale, AIROP (Associazione Italiana per la Rieducazione Occluso Posturale), CSEN – Centro Sportivo Educativo Nazionale, riconosciuto dal CONI, e la media partnership con Radio Wellness.

Si terrà sabato 6 luglio dalle 9.30 alle 17 il consueto convegno medico-scientifico dedicato agli operatori della sanità, ma aperto a tutti, su salute e benessere dal titolo “La Piramide della Salute”. Interverranno medici e operatori della salute in collaborazione con AIMeF (Associazione Italiana di Medicina Forestale), SIM (Società Italiana di Medicina) e AIROP (Associazione Italiana per la Rieducazione Occluso Posturale). Darà l’opportunità di avere crediti formativi ECM ai medici e agli operatori della salute.

“Un format rivisto e più ricco. L’edizione 2024 – sottolinea Anna Ciech, CEO ed Event Manager di Treventur, l’agenzia che ha creato il progetto Dolomiti Natural Wellness per APT Campiglio e ideato il Dolomiti Wellness Festival – sottolinea l’importanza di praticare attività o anche solo rilassarsi nella natura, con la consapevolezza degli enormi benefici per il nostro corpo, la mente e lo spirito. La location è splendida, con la natura – vero collante dell’evento – nella sua massima espressione: dalla Pineta di Pinzolo lungo il fiume Sarca, fino alle Dolomiti. Tra le grandi novità di quest’anno la partecipazione di noti influencer del mondo del wellness, dello yoga, del fitness, del respiro e del food. E ancora: il Wellness Shop Village, con aziende e prodotti di salute, benessere e bellezza, poi la Community Area, uno spazio in pineta dove stringere nuove amicizie e poter condividere le tante attività esperienziali proposte, dal mattino fino alla Natural Movida della sera. Sarà a tutti gli effetti una grande evento di movimento, relax, food e socializzazione: un’occasione unica per trovare spunti e motivazioni verso uno stile di vita sano e una vita longeva e in salute. Un evento da non lasciarsi sfuggire”.

“La dimensione, quella del ‘benessere nella natura’ – commenta Tullio Serafini, Presidente dell’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio -, negli ultimi anni è entrata a far parte della strategia di prodotto di Azienda per il Turismo, con progetti dedicati e un’offerta turistica strutturata sul territorio. La settimana in arrivo a Pinzolo del Dolomiti Wellness Festival propone, in particolare, un nuovo modo di vivere la vacanza, puntando sul turismo che valorizza la sinergia tra natura e salute e che diffonde una cultura di montagna legata al benessere”.


Fonte: askanews.it

Solo il 7% consuma 5 porzioni al giorno di frutta e verdura

Quattro italiani su 10 sono in eccesso ponderale, uno su dieci obeso. E non decolla il consumo delle cinque porzioni giornaliere di frutta e verdura raccomandate dalle linee guida per una corretta alimentazione. Se è vero infatti che pochi italiani adulti nella fascia 19-69 anni, il 3%, dichiarano di non inserirle nei propri pasti, meno di una 1 persona su 2, il 45%, ne consuma almeno 3 porzioni al giorno. Tra coloro che le mangiano, il 7% ne consuma la quantità di raccomandata dalle linee guida per una corretta alimentazione, cioè almeno 5 porzioni. Il 52% si ferma 1-2 al giorno, il 38% a 3-4. L’abitudine al consumo dei cosiddetti ‘five a day’ è più comune nelle donne, nelle persone con minori problemi economici e cresce con l’avanzare dell’età per arrestarsi negli over 65, dove la quota di persone che mangiano almeno 3 porzioni al giorno o aderiscono al five a day ha raggiunto nel 2023 il valore più basso dal 2016.

A fare il punto sono i dati della sorveglianza Passi e Passi d’Argento dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicati sul sito Epicentro e che fanno riferimento al biennio 2022-2023, che coinvolge almeno l’80% delle Asl con un campione pari a 275 persone per ciascuna. I dati riferiti dagli intervistati Passi nel biennio 2022-2023 relativi a peso e altezza portano a stimare che 4 adulti su 10 siano in eccesso ponderale, 3 in sovrappeso (con un indice di massa corporea compreso fra 25 e 29,9) e 1 obeso. L’essere in eccesso ponderale è una caratteristica più frequente col crescere dell’età, fra gli uomini rispetto alle donne, fra le persone con difficoltà economiche e fra le persone con un basso livello di istruzione.

Alcune Regioni del Sud (Molise, Campania, Basilicata, Puglia) continuano a detenere il primato per quota più alta di persone in eccesso ponderale (sfiorando la metà della popolazione residente). Le analisi temporali non mostrano significative variazioni temporali nell’eccesso ponderale a livello nazionale, ma questo è solo il risultato di andamenti diversi, con cambiamenti non eccessivi ma significativi, delle due componenti di soprappeso e obesità, nelle tre ripartizioni geografiche fra generi e classi di età. Il sovrappeso aumenta nel Sud mentre l’obesità aumenta nel Nord, si tratta di modifiche contenute ma statisticamente significative; l’aumento di sovrappeso e dell’obesità è sostenuto dalle classi di età più giovani (18-34enni) mentre fra i 50-69enni si riducono entrambe; fra le donne aumenta il sovrappeso ma non vi sono differenze di genere nell’obesità. Meno della metà degli intervistati in eccesso ponderale riferisce di aver ricevuto dal proprio medico il consiglio di perdere peso e l’attenzione è indirizzata soprattutto alle persone obese, molto meno a quelle in sovrappeso. Ma il parere del medico viene valutato molto: la quota di persone in eccesso ponderale che dichiara di seguire una dieta è significativamente maggiore fra coloro che hanno ricevuto il consiglio medico rispetto a quelli che non lo hanno ricevuto (46% vs 17%). Tra gli over 65 ad essere in eccesso ponderale è oltre la metà (56%), il 41% in sovrappeso e il 15% obeso (IMC =30). Con l’avanzare dell’età , specie negli over 75,vi è un calo ponderale fisiologico: oltre a ridursi la quota di persone in eccesso ponderale, aumenta progressivamente quella degli anziani che perdono peso in modo involontario (definiti come coloro che dichiarano di aver perso più di 4,5 kg o più del 5% del proprio peso negli ultimi 12 mesi). Il consumo di almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura resta un’abitudine che coinvolge poche persone, non superando mai il 9% neppure nei gruppi che ne fanno un maggior consumo. La quota di persone che adotta questa abitudine nel proprio regime alimentare, già relativamente bassa, mostra anche una diminuzione nel tempo soprattutto negli ultimi anni e ovunque nel Paese, in particolare nelle Regioni settentrionali. Solo nelle Regioni del Centro Italia si era intravisto un aumento significativo dal 2008 al 2016, che poi si è arrestato e ha iniziato la discesa come nelle altre parti del Paese. L’adesione al consumo delle porzioni di frutta e verdura raccomandate per una corretta alimentazione significativamente più bassa nelle Regioni nel Centro-Sud rispetto a quelle del Nord Italia, ad eccezione della Sardegna in cui il consumo di 5 porzioni al giorno è fra i più alti (11%).

Fonte: askanews.it

Patologie e cure oculistiche: oltre 600 esperti a convegno a Napoli

Troppe ore a fissare monitor e cellulari: per bambini e giovanissimi si tratta un fattore di rischio per patologie dell’occhio che ha già portato ad oggi ad uno stato emergenziale. In Italia sono dieci milioni le persone che soffrono di secchezza oculare – Dry-Eye-, patologie in drastico aumento anche in età pediatrica. Se ne è discusso al congresso nazionale “Napoli 2024: Cataratta, Refrattiva e Superficie oculare – Come migliorare la qualità della vita delle persone” organizzato dal professore Vincenzo Orfeo, direttore Unità operativa di Oculistica della Clinica Mediterranea di Napoli.

“Possiamo parlare di un’emergenza, che colpisce sia i bambini sia le persone adulte sia gli anziani, ed è legata all’alterazione della superficie oculare: parliamo quindi di ‘Dry-Eye’, o come viene anche chiamato ‘occhio asciutto’, ‘occhio secco’ – dice il professore Vincenzo Orfeo, direttore Unità operativa di Oculistica della Clinica Mediterranea di Napoli – Il Dry-Eye si incrementa quando ci si espone in modo prolungato agli schermi del computer, dei tablet, dei cellulari, abitudine purtroppo sempre più diffusa tra i bambini. Dobbiamo evitare che i bambini passino ore davanti agli schermi, dobbiamo farli uscire all’aria aperta. Lasciandoli davanti agli schermi stiamo creando dei potenziali malati. I bambini hanno una grande superficie oculare, con grande possibilità di recupero, ma non è possibile stressarli in continuazione, perché il recupero ha un limite”.

Tra gli adulti la categoria più esposta ai rischi di questa patologia sono quanti lavorano al computer in modo continuativo durante tutta la giornata. “E’ importante prevenire, e affrontare quest’argomento – prosegue Orfeo – ci sono in Italia 10 milioni di persone che soffrono di Dry-Eye. Ma vi assicuro che nei prossimi anni, se non cambiamo le nostre abitudini, saranno molti di più”.

Nel corso dell’Incontro che ha registrato la partecipazione di oltre 600 esperti e 155 relatori si è parlato anche di ricerca in abito oculistico, che vede Napoli vantare un’eccellenza riguardo le terapie geniche di malattie rare.

“Siamo impegnati da anni nella ricerca di cure di malattie rare, le distrofie retiniche ereditarie genetiche, che colpiscono i bambini alla nascita o nei primi anni di vita, rendendoli ciechi e per le quali non esistono cure – dice Francesca Simonelli, ordinario di Malattie dell’apparato visivo presso l’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli” – Oggi abbiamo una terapia genica che corregge il difetto genetico che determina la malattia, per la quale abbiamo un casistica importante, la più ampia in Europa, avendo già curato 30 persone, bambini ed adulti, con risultati davvero incoraggianti”.

Il congresso ha ospitato infine la chiusura di un progetto di prevenzione sul territorio portato avanti dalla Fondazione “OneSight EssilorLuxottica”, che per due mesi ha previsto l’impegno di oculisti a Scampia per vistare gratuitamente oltre mille pazienti.

Fonte: askanews.it